Appello per chiedere un Congresso Straordinario del partito.
La perdita di oltre 290.000 voti rispetto ai 910.000 delle europee‘09 rappresenta non solo un pesante arretramento elettorale (altro che tenuta!), ma evidenzia, di fronte al successo delle destre e soprattutto alla forte crescita dell’astensionismo, la incapacità del partito e della Federazione della Sinistra nel suo insieme di essere alternativa e riferimento credibile per il malessere sociale prodotto dalla crisi e dall’attuale sistema bipolare.
La valenza generale dei problemi emersi da queste elezioni (i cui dati vanno letti nei valori assoluti e non solo in percentuale) impone a livello nazionale una verifica sulle scelte, le pratiche politiche e le prospettive del PRC, con una discussione che non si limiti ai gruppi dirigenti, ma coinvolga l’insieme dei compagni e delle compagne, anche allo scopo di impedire che il negativo risultato elettorale venga utilizzato per una ulteriore svolta moderata: è fondamentale tornare sui territori per ricreare quel radicamento che si è progressivamente sfilacciato nel tempo, annullando quella barriera intellettuale e organizzativa che spesso ha separato la base dalla dirigenza.
In Toscana, l’arretramento di oltre 26.000 voti sulle europee – dove peraltro i Verdi non facevano parte della nostra lista elettorale – e la forte crescita del non voto (41% tra astensioni, schede bianche e nulle) dimostrano che l’accordo col PD ha deluso e privato di rappresentanza la domanda di alternativa presente nella società, ha compromesso il rapporto con varie realtà di movimento, producendo inoltre delusione e sconcerto in tanti compagni/e del partito, iscritti e simpatizzanti.
L’intesa col centrosinistra, per il programma che lo caratterizza, è tutta interna ad una logica bipolare e subalterna ad un PD che esprime molti interessi in comune con il PdL: la centralità del mercato, le privatizzazioni, le grandi opere, la gestione del territorio, gli inceneritori, la legge elettorale, il federalismo fiscale.
L’alleanza e le principali candidature sono state decise, senza alcuna verifica nel partito, da un ristretto gruppo dirigente, che non ha mai preso in seria considerazione la scelta dell’alternativa di sinistra, che ha ignorato il dissenso e le indicazioni di tanti circoli e zone della regione, determinando così un gravissimo deficit di democrazia interna.
Tutto ciò contraddice il rilancio della Rifondazione Comunista, il rapporto con i movimenti, la lotta al bipolarismo e la necessità di unire la sinistra su un progetto di chiara alternativa alle destre ed al PD, la verifica rigorosa dei contenuti in tema di alleanze, la critica al politicismo ed al governismo, come indicato dal Congresso di Chianciano, e ipoteca con un profilo moderato lo stesso processo di Federazione della Sinistra, ripetendo in molti aspetti la fallimentare esperienza dell’Arcobaleno.
Sta consolidandosi una gestione del partito burocratica ed autoreferenziale, tutta centrata sulle istituzioni, che evita la discussione politica, emargina il dissenso, mortifica le energie di tanti compagni/e, produce disimpegno e separatezza tra i gruppi dirigenti e la realtà dei circoli.
Siamo fortemente preoccupati per il progetto della Rifondazione Comunista che rischia nuovamente di essere affossato e snaturato!
Per rilanciare le ragioni dell’alternativa, per salvare il PRC, per fermare la crisi di consenso e di partecipazione, riteniamo necessario che, come già richiesto dal CPP di Pisa e da altre realtà del partito regionale, venga convocato in tempi brevi il Congresso Straordinario Regionale Toscano, per consentire a tutti i compagni/e, con i congressi di circolo, di esprimersi sulla linea politica, sullo stile di lavoro e sul partito che vogliamo nel prossimo futuro. Congresso che dovrà vertere sulle scelte strategiche di fondo e non su eventi contingenti. Congresso che dovrà svolgersi a tesi emendabili e non a mozioni contrapposte, per consentire ai compagni di esprimersi sui temi concreti e non in base alla fiducia a qualche dirigente.

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