lunedì 4 ottobre 2010

classifica dei lavoratori più depressi

... e quelli che buttano giù
L'indagine ha anche stilato una classifica dei lavoratori più depressi. Al primo posto c'è chi fa assistenza alle persone bisognose . "Imboccare, fare il bagno, prendersi cura di persone che nella maggior parte dei casi sono incapaci di esprimere la loro gratitudine è demoralizzante e chi fa questo lavoro soffre di mancanza di riconoscimento", dice il dottor Willard. Al secondo posto ci sono i camerieri . In genere sono sottopagati e hanno a che fare con persone spesso scortesi e molto esigenti. Gli assistenti sociali sono al terzo posto. Non è, infatti, facile trovarsi di fronte a bambini che hanno subìto abusi sessuali o a situazioni familiari di grave difficoltà. "Gli assistenti sociali sono molto stressati e stanchi perché di fronte a situazioni di estremo bisogno si sentono in dovere di fare molto sacrifici per aiutarli", spiega il dottor Willard. Al quarto posto ci sono gli operatori della sanità: medici, infermieri, terapeuti . Professioni che impongono orari lunghi e irregolari e grosse responsabilità, perché da loro spesso dipende la vita degli altri. A sorpresa al quinto posto si trovano gliartisti e le professioni creative. Lavori dove la precarietà è all'ordine del giorno e lo stipendio non è mai una certezza. Il disturbo più comune è quello bipolare, che alterna alti a bassi. Anche gli insegnanti non sono esenti da episodi di depressione, perché sono soggetti e una pressione sempre maggiore e alla richiesta di svolgere compiti crescenti. Al settimo posto gli amministrativi, penalizzati da un lavoro in cui ricevono pressioni sia dall'alto sia dal basso. Seguono gli operai della manutenzione, chiamati soltanto quando c'è un guaio da risolvere. E che, in genere, sono anche mal pagati. Al nono posto i consulenti finanziari , che hanno l'enorme responsabilità di gestire i risparmi di una vita dei loro clienti, in un periodo in cui i mercati sono più che mai imprevedibili. Al decimo e ultimo posto i venditori, che nella maggior parte dei casi sono pagati a percentuale e questo significa che non sanno mai quanto guadagneranno in un mese. E, viaggiando molto, devono rinunciare alla famiglia e agli amici.

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